venerdì 1 marzo 2013

Lezioni da Cinderella Mood: due o tre cose sul ritrito "investire su se stessi"


Scrivere quello che si pensa e si prova è un mestiere pericoloso, ma è un mestiere che aiuta la riflessione. E dunque, ripensando non solo lungamente al Cinderella Mood, ma anche ad Effe, mi sono accorta che hanno un tratto in comune, ed è il tratto per cui detestiamo profondamente Cenerentola - non perché è giovane, e bionda, e ha un paio di scarpe fenomenali - no, la detestiamo perché è una che "ha centrato l'obiettivo" - cosa che, evidentemente, né Effe né la sottoscritta sentono di essere riuscite a fare.

Tecnicamente, si chiama ottenere un successo.

Lascio alla psicanalisi femminile la riflessione sul fatto che Cenerentola si è aggiudicata il Principe Azzurro, l'unico del Regno, giacché la merce Principe Azzurro scarseggia, sconfiggendo le due orribili sorellastre.

Riflettendo su Cinderella Mood, ha iniziato a frullarmi ossessivamente in testa questo mantra: "Investire su se stessi, Investire su se stessi, Investire su se stessi"

Il concetto "investire su se stessi" è un po' come quello di "essere imprenditori di se stessi", fa molto vetero-anni Ottanta. Il successo, la carriera, quelle cose lì. Cose che oggi, per buona parte di noi, suonano proprio come la musica dei Duran Duran, le spalline e le felpe della Best Company: bellissime, ma vestigia di un glorioso passato che difficilmente indosseremo nuovamente (ecco, colgo l'occasione per lanciare un appello ai signori Naj Oleari, le nostre figlie stanno crescendo e volete che noi mamme non acconsentiamo all'acquisto di una di quelle meravigliose borse? E' giunto il momento, sappiatelo).

Comunque.

Investire su se stessi è un concetto che, mentre passi lo straccio sul pavimento o fai la parte di quella che deve essere salvata dalla Fornero, ti fa anche un po' incazzare, a dirla tutta. Eppure, è lì che Cenerentola frega tutte le altre. E' nel momento in cui dice alla Fata Madrina: "Ma io volevo andare al ballo e non ho il vestito adatto. E poi mi serve la carrozza. E poi i cavalli". E va al ballo, anche se è in ritardo pazzesco e quante altre avrebbero detto: "No, ma ormai cosa vi vado a fare, è troppo tardi"

Cenerentola aveva ben chiaro dove voleva andare, e cosa le serviva per arrivarci.
Quante di noi possono dire altrettanto di se stesse?

(Ok, abbiamo cresciuto i bambini, abbiamo appena spatellato/svezzato/curatolabronchite-lavaricella-ipidocchi-eanchelostreptococco/lavorato//cambiatocasa/cambiatoscuola/cambiatotrelavori/ecc. Siamo nella situazione di Effe, in cui dobbiamo lavorare, senza poter fare troppa filosofia, siamo in una situazione avvilente, il nostro lavoro non viene riconosciuto.)

Cenerentola insegna che c'è sempre tempo, se sai dove vuoi - e non dove devi - andare.

(Il prossimo post lo dedichiamo alla dialettica tra dovere e volere o alla resilienza delle donne?!?)

Poi c'è l'altro aspetto vetero-anni Ottanta del concetto "investire su se stessi", che è il successo. Un concetto che oggi va forse un po' rivisto, insieme al linguaggio, in chiave un po' più minimalista, come si addice ai tempi. Pensa in grande e muoviti nel piccolo, mi verrebbe da dire. E arriva a fine mese.

Per cui, come esercizio pratico mi è piaciuto questo articolo su PinkDNA (che va spogliato di tutti gli orpelli vetero-anniOttanta, appunto), e come bigino non posso che segnalare nuovamente la sezione di Coaching di VereMamme, che è una vera miniera per la riflessione e di cui dobbiamo ringraziare Flavia.

Se avete altre segnalazioni sono le benvenute, perché l'argomento ha iniziato ad intrigarmi!

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