lunedì 15 dicembre 2008

Houston, we have a problem (and the Story Goes On...)



Un topo, un tappo, un tino senza fondo.

(più o meno, credo. I bambini che studiano a memoria le poesie non fanno altro che ricordarti quanti neuroni hai inutilmente bruciato nella tua vita, e il risultato è che non ti ricordi neanche una frase di cinque parole).

Un topo, un tappo e vattelapesca è la frase che il piccolo ingegnere deve dire alla recita di Natale, evento mondiale della settimana, secondo solo all'altro evento mondiale, ossia la festa di compleanno del medesimo piccolo ingegnere (una settimana densa di avvenimenti, come si può vedere).

Un topo, un tappo e vattelapesca l'altro ieri me l'ha recitata la piccoletta. Che non è mai stata fatta partecipe della vicenda. Eppure la sa, e me la dice con una faccia che mi si stringe il cuore. Perché sul palco ci vorrebbe stare lei, e invece in classe sua non fanno nessuna recita. Fanno, ma non si è ancora capito cosa.

(fanno inserimenti, questo è sicuro, perché siamo a dicembre e stanno inserendo un bambino. Io non ho niente contro i genitori che mandano a scuola materna bambini di 2 anni e mezzo, ma è davvero così indispensabile?!?).

Poi c'è GiòGiò, che è il nostro cugino di riferimento. Ha tre mesi meno della piccoletta, praticamente la stessa età, ma si sa che le mamme amano precisare. Ieri GiòGiò ha fatto la recita a scuola, e ci ha fatto uno spettacolo personale con canzoni e poesia, un vero fenomeno. Allora il piccolo ingegnere si è alzato e ha detto la sua, di poesia sul Natale.

La piccoletta guardava, col ciuccio in bocca. Le nonne insistevano: "Dai, vai anche tu!!". La piccoletta si è alzata, si è allineata agli altri due, ci ha guardato e ha attaccato: Un topo, un tappo e vattelapesca. Poi si è infilata il ciuccio in bocca, ha guardato prima me e poi la Grande Nonna, ed è scoppiata a piangere.

E così è ricominciato il refrain che ha allietato tutto il weekend, serate comprese: "Mamma non voglio andare a scuola, sto a casa, prometto che gioco, ti preeeego"
"Ma mi spieghi il perché?!?"
"Perché nessuno vuole giocare con me, neanche Giovannino fa i puzzle con meeeeeeee"

Qui abbiamo un problema non facilmente risolvibile. Una bimba che vuole sempre fare cose da grandi, messa da una mamma-psicologa-allo-sbaraglio in una classe omogenea per crearle un ambiente a misura dei suoi anni, finita in una classe di semi-asilo nido.

L'ingegnere, con orgoglio assolutamente non celato: Mia figlia è troppo più avanti degli altri
La Grande Nonna: Cambiale asilo, rimettila nell'asilo del piccolo ingegnere
La mamma della Raffaella: Anche Raffaella ha lo stesso problema.

E intanto la mamma deve smazzarsi le lacrime. E preparare la torta salata per la misteriosa festa di Natale di domani. Ricordarsi di dare la busta con i soldi alla misteriosa rappresentante di classe. E compilare la "Domanda di conferma alle scuole dell'infanzia Anno Educativo 2009/2010".

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