lunedì 29 dicembre 2008

Invasioni aliene e poteri paranormali


Siamo stati invasi. Da una massa critica di giochi e scatoloni di giochi che, sommati al numero di borse e sacchetti vaganti per casa già prima dell'invasione, hanno creato un effetto bomba atomica.
E così la sistemazione della camera dei due piccoli si impone.
Ieri, domenica pomeriggio. Smaltiti i postumi della festa di compleanno del piccolo ingegnere, l'ingegnere (quello grande) esclama con decisione irremovibile:
"Andiamo all'IKEA".
Sono eventi che vanno segnati sul calendario.
Tempo 15 minuti, ha iniziato a nevicare.
Anche l'ingegnere, al pari degli spiriti birichini che popolano la nostra casa, possiede poteri paranormali. E all'IKEA, ovviamente, non ci siamo più andati.

venerdì 26 dicembre 2008

Miracolo di Natale


"Mamma, miracolo!!"
Miracolo di Natale. L'ingegnere ha trovato i miei occhiali da vista e il piccolo ingegnere me li porta con aria di trionfo. Stavano nel portaombrelli, di fianco alla mia scrivania.
"Secondo te non ci ho guardato?"
"..."
L'ingegnere non sa più che dire, e allora non voglio infierire.
"Non avrò guardato bene, al solito", commento ironica.
Dieci minuti dopo, in macchina, l'ingegnere ci ripensa.
"Beh, effettivamente potrei prendere in considerazione l'idea di cambiare casa".
Ma credo che il nostro fantasmino (o il caos che riusciamo a produrre) ci seguirebbe ovunque. Però non gliel'ho detto.

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale


Ci sono delle volte in cui una è talmente incazzata da non avere parole. Solo parolacce.
Hit del Natale 2008: A Natale puoi, ho appena scoperto che è la canzone della Bauli. Buon Natale






lunedì 22 dicembre 2008

Insegnamenti alla scuola materna


"POCCO GIUDO!"
La piccoletta si rivolge al calendario appeso in cucina. Mi chiedo cosa c'entri il judo.
"Cosa hai detto?"
"Pocco Giudo!"
Illuminazione. Non si tratta di judo, ma di Giuda.
"Scusa, ma dove l'hai imparato?"
Ogni tanto anche la mamma impreca, ma questa non appartiene al suo vocabolario.
"A scuola"
"E chi la dice?"
"Tita e Tata, quando si a(rr)abbiano".
Devo fare presente alle maestre Tita e Tata che i bambini di tre anni imparano proprio tutto, o no?

mercoledì 17 dicembre 2008

Veltroni e la questione morale

Oh, oggi parliamo (parlo, scrivo) di politica. Un post che mi è sgorgato dal cuore mentre stendevo i calzini dell'ingegnere - perché questo genere di attività aiuta, forse se anche il buon-V stendesse i suoi calzini gli verrebbe qualche idea (l'orrendo-B si dedica ad altre attività manuali, e il risultato si vede).

E dunque. E' scoppiata la questione morale nel PD, abbiamo scoperto che anche gli amministratori di sinistra sono corrotti. Ma dai. Nessun imprenditore e nessun cittadino si sarebbe mai sognato di affermare una cosa del genere.

Il nostro buon-V, che fa?
Prima: fa autocritica, che non è difficile. Trattasi di attività molto praticata, di questi tempi, dalla sinistra italiana.
Poi: dice qualcosa del tipo, "Questi signori corrotti del PD non sono il MIO PD".

Il buon-V è un uomo colto, ma ha una visione della semantica del tutto particolare. Il MIO partito è infatti, a questo punto, un partito che non conosco, che non governo, e corrotto, per di più. Yes, we can, uno slogan che passerà alla storia, è diventato Si può fare, ma we=noi, si=chi? C'è una certa differenza. E poi c'è ma anche, che non ha bisogno di commenti. E via di questo passo.

Poi c'è l'ipotesi complottista: dietro a queste inchieste c'è Di Pietro. Ah ah. Magari è vero, non lo so, Di Pietro sarebbe capace. Ma dirlo significa affermare implicitamente, tra le altre cose, che:
- il PD è veramente corrotto (ma non ce n'eravamo accorti, noi dirigenti)
- la magistratura è veramente corrotta (dalla povera Forleo in poi, un virus impazzito ha improvvisamente infettato i magistrati italiani!)
- il PD ha fallito strategia, Di Pietro no (altrimenti non ci sarebbe motivo di prendersela con un PM dai natali oscuri e dall'avvenire incerto che parla una lingua straniera)
- il PD ha paura, Di Pietro no (vedi Abruzzo)
- ogni inchiesta ha una regia occulta, dietro (per cui ha ragione l'orrendo-B, in sostanza. Dieci anni di battaglia politica buttati nel... al vento).

E dunque. Buon Natale all'orrendo-B e al buon-V.
E vi va bene, che gli italiani non sono capaci di fare la rivoluzione. Perché ogni tanto mi sembrate Luigi XVI e Maria Antonietta.

lunedì 15 dicembre 2008

Houston, we have a problem (and the Story Goes On...)



Un topo, un tappo, un tino senza fondo.

(più o meno, credo. I bambini che studiano a memoria le poesie non fanno altro che ricordarti quanti neuroni hai inutilmente bruciato nella tua vita, e il risultato è che non ti ricordi neanche una frase di cinque parole).

Un topo, un tappo e vattelapesca è la frase che il piccolo ingegnere deve dire alla recita di Natale, evento mondiale della settimana, secondo solo all'altro evento mondiale, ossia la festa di compleanno del medesimo piccolo ingegnere (una settimana densa di avvenimenti, come si può vedere).

Un topo, un tappo e vattelapesca l'altro ieri me l'ha recitata la piccoletta. Che non è mai stata fatta partecipe della vicenda. Eppure la sa, e me la dice con una faccia che mi si stringe il cuore. Perché sul palco ci vorrebbe stare lei, e invece in classe sua non fanno nessuna recita. Fanno, ma non si è ancora capito cosa.

(fanno inserimenti, questo è sicuro, perché siamo a dicembre e stanno inserendo un bambino. Io non ho niente contro i genitori che mandano a scuola materna bambini di 2 anni e mezzo, ma è davvero così indispensabile?!?).

Poi c'è GiòGiò, che è il nostro cugino di riferimento. Ha tre mesi meno della piccoletta, praticamente la stessa età, ma si sa che le mamme amano precisare. Ieri GiòGiò ha fatto la recita a scuola, e ci ha fatto uno spettacolo personale con canzoni e poesia, un vero fenomeno. Allora il piccolo ingegnere si è alzato e ha detto la sua, di poesia sul Natale.

La piccoletta guardava, col ciuccio in bocca. Le nonne insistevano: "Dai, vai anche tu!!". La piccoletta si è alzata, si è allineata agli altri due, ci ha guardato e ha attaccato: Un topo, un tappo e vattelapesca. Poi si è infilata il ciuccio in bocca, ha guardato prima me e poi la Grande Nonna, ed è scoppiata a piangere.

E così è ricominciato il refrain che ha allietato tutto il weekend, serate comprese: "Mamma non voglio andare a scuola, sto a casa, prometto che gioco, ti preeeego"
"Ma mi spieghi il perché?!?"
"Perché nessuno vuole giocare con me, neanche Giovannino fa i puzzle con meeeeeeee"

Qui abbiamo un problema non facilmente risolvibile. Una bimba che vuole sempre fare cose da grandi, messa da una mamma-psicologa-allo-sbaraglio in una classe omogenea per crearle un ambiente a misura dei suoi anni, finita in una classe di semi-asilo nido.

L'ingegnere, con orgoglio assolutamente non celato: Mia figlia è troppo più avanti degli altri
La Grande Nonna: Cambiale asilo, rimettila nell'asilo del piccolo ingegnere
La mamma della Raffaella: Anche Raffaella ha lo stesso problema.

E intanto la mamma deve smazzarsi le lacrime. E preparare la torta salata per la misteriosa festa di Natale di domani. Ricordarsi di dare la busta con i soldi alla misteriosa rappresentante di classe. E compilare la "Domanda di conferma alle scuole dell'infanzia Anno Educativo 2009/2010".

venerdì 12 dicembre 2008

Houston, we have a problem (ma non mi lamento)


Dunque. E' nevicato, è piovuto, i lavori dei vicini di casa (forse) si avviano a termine. E la piccoletta non vuole più andare all'asilo. Il motivo? Non si sa. Oggi anche la sua maestra mi ha detto che in questo periodo la piccoletta è "permalosa", dice che appena cerca di dire qualcosa si mette a piangere. Morale della favola: oggi vado a prendermela all'una, insieme al piccolo ingegnere. Intanto la sua amichetta è a casa con la scarlattina. Mi sa che devo recuperare il numero della guardia medica pediatrica (esisterà ancora? Ne avevo sentito parlare un anno fa) per il weekend. Perché i miei figli, e una buona parte dei loro amici, hanno questo potere di ammalarsi il sabato mattina. Secondo me è una fattura che i pediatri di base applicano ai loro piccoli pazienti.

Intanto il mondo va a rotoli, anzi, il nostro vecchio mondo va rotoli. E noi camminiamo sulla china, e cantiamo.


giovedì 11 dicembre 2008

Stress natalizi


"Mamma, ma Gesù Bambino mi porterà i regali?" mi chiede la piccola, sull'orlo del pianto, appena sveglia.
Lo stress del Natale prima o poi assale tutti, grandi e piccini.

mercoledì 10 dicembre 2008

Non mi lamento


Non mi lamento, ma in due settimane ho perso un paio di guanti (in pelle), nel posteggio della piscina, e un paio di occhiali da vista, non so dove (per cui si può presumere che i nostri fantasmi di casa me li restituiscano, prima o poi).

lunedì 8 dicembre 2008

Lamentazioni e buoni propositi


Mi hanno detto che sono lamentosa, in questo blog. Prometto di non fare più lamentazioni fino a Natale. Intanto sono anche andata dal parrucchiere, e mi accorgo che assomiglio sempre di più a uno dei miei personalissimi miti, mi manca solo il giusto paio di occhiali:



Presa da qui.

venerdì 5 dicembre 2008

Lo scafandro


Mi sono fatta male e devo fare una radiografia al polso. Allo sportello per pagare il ticket (dopo aver fatto la coda due volte)
"Allora signora, RX polso"
"Sì..."
"E poi cos'è che deve fare? Lo scafandro??"
"No, lo scafoide... .... ...."
Finalmente qualcuno riesce a farmi ridere sul serio.

giovedì 4 dicembre 2008

Figli di Dio


"Mamma, siamo tutti figli di Dio!"
Mi avevano detto che la maestra di religione era una pasdaran del cattolicesimo, ma ogni volta mi stupisco. Poi il piccolo ingegnere è anche un piccolo mistico, a dirla tutta.
"Certo amore, tutti, proprio tutti"
"Tutti anche il nonno, anche la nonna, anche giogio, anche…, anche… anche… anche…"

Bisognerebbe ricordarlo anche a quei signori che stanno in Vaticano, che siamo tutti figli dello stesso Dio.

P.S. C'è gente che ha dei problemi, sul web: paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com

mercoledì 3 dicembre 2008

La lavatrice


La lavatrice è uno strumento divino. O diabolico. Dipende da cosa una riesce a combinarci.

Per esempio. Ieri mattina butto in lavatrice un paio di pantaloni grigi, la preziosissima maglietta di Hello Kitty grigia, e un maglioncino nero, lavaggio delicati, 30 gradi. Non faccio partire la lavatrice e me ne dimentico completamente.

Ieri sera alle 11, tra le ossa rotte della mia solita influenza senza febbre e un umore di quelli che in confronto Amleto era un zuzzerellone, vado in bagno e vedo, sapientemente sparsi sul pavimento, magliette e calzini fradici e puzzolenti dell'ingegnere che era appena tornato dal calcetto. Presa da raptus, raccolgo tutta la biancheria bianca, quella da mettere a 60° con il lavaggio che dura tre ore e la centrifuga ammazza-sintetici, butto dentro tutto e faccio partire.

Stamattina ho aperto l'infernale marchingegno, e mi si è riversato addosso un mucchio di biancheria grigiastra, un paio di pantaloni e una maglietta grigia accartocciata. Non ho ancora avuto il coraggio di vivisezionare e stendere il tutto.

lunedì 1 dicembre 2008

Il burnout del precario


Aggiornamento di stato:
  • Donna Moderna si è ripresa il suo lavoro
  • L'Uomo di Cromagnon è più demotivante del solito (cosa pensare di uno che ti dice: "Almeno vedi un po' di mondo" dopo che una si è smazzata un'andata/ritorno a Roma in giornata?), il 31 dicembre si avvicina, il mio contratto si chiude e quando ci penso inizio a considerare la disoccupazione come un'utile opportunità per togliersi da questa vicenda pirandelliana
  • I web-strozzini (il mio nuovo acquisto lavorativo, un affarone) mi pagheranno i miei 120 € per due mesi di lavoro sa il cielo quando.

Ci penso e mi dico: NON ME NE FREGA NIENTE (veramente non penso proprio così, ma se scrivo le parolacce l'ingegnere si indispone, non è netiquette). Si chiama burnout da precaria.
Nel caso della “Burn-out syndrome” sono stati evidenziati tre categorie di sintomi distinti in “sintomi disemotivi”, “sintomi discondottivi” e “sintomi psico-somatici”. I sintomi del primo gruppo consistono in “resistenza a recarsi sul posto di lavoro”, “apatia e difficoltà di concentrazione”, “preoccupazioni immotivate”, “disagio ed inadeguatezza”, “sensazione d’incapacità”, “irritabilità e nervosismo”, “demotivazione e perdita dell’empatia”, “ostilità verso i colleghi e disinteresse verso il pubblico”, “perdita dell’autostima”, “incapacità a staccarsi mentalmente dalla problematica lavorativa”, ecc. I sintomi del secondo gruppo consistono in “assenteismo”, “trascorre del tempo eccessivo al telefono o in altre occupazione che esulano dal proprio lavoro”, “presenziare passivamente alle riunioni di lavoro senza alcuna partecipazione emotiva”, “perdita dell’autocontrollo con reazioni impulsive violente verso i subalterni e verso il pubblico”, “intenso tabagismo ed assunzione di alcolici e/o di sostanze stupefacenti”, ecc. I sintomi del terzo gruppo consistono in “disfunzioni gastrointestinali (gastrite, colite, stipsi, ecc.)”, “disturbi neurologici (insonnia, incubi notturni, stanchezza, cefalea, emicrania, ecc.)”, “disfunzioni sessuali (impotenza, eiaculazione precoce, perdita della libido, ecc.)”, “malattie cutanee (dermatiti, eczema, acne, erpes, psoriasi, ecc.)”, “disturbi respiratori (asma, dispnee allergiche, ecc.)”, “disturbi cardiocircolatori (cardiopalmo, ipertensione arteriosa, ecc.)” ecc.
Fonte: Fernando Liggio

Grazie al cielo scampo l'alcolismo, la tossicodipendenza, le malattie cutanee, la violenza fisica nei confronti dei miei figli e i problemi sessuali, per il resto sono da manuale.

domenica 30 novembre 2008

Fate Madrine

Gli eventi eccezionali si susseguono. Il nostro caro Pietro ieri sera ci ha invitato ad una festa rigorosamente per adulti. E noi siamo andati, totalizzando così ben 3 serate senza bimbi, da settembre ad oggi (i bimbi sono andati a dormire dalla Grande Nonna). Record mondiale.

A questa festa di single o quasi (due bambine di 3 anni saltavano impazzite sul letto, fino a quando le madri le hanno trascinate via, verso le 11) c'erano tre meravigliose Fate Madrine. Cioè, queste.



Proprio come ne La Bella Addormentata nel bosco, c'era una Fata Madrina dominante, era anche vestita di rosso. E aveva fatto, nella vita, la maestra d'asilo. Il nostro sogno di essere una coppia uguale a quelle senza figli si è così infranto di fronte all'evidenza: scuole materne, educazione, asili nido, ma come fai quando si ammala, nonni sì/nonni no, i Barbapapà e gli anni Settanta, il mare con i figli che fatica, Pippi Calzelunghe, e via di questo passo. Eravamo noi, la Fata Madrina, un'altra coppia con un bimbo di un anno - in netto vantaggio mondano, rispetto ai sottoscritti, comunque vabbe'.

(Beh, sai, uno non ti invitava neanche, tanto sapeva che non potevi venire... Mi chiedo quanti milioni di mamme si siano sentite dire questa cosa, quanti cuori spezzati come il mio nell'universo delle donne che fanno figli e si ostinano a frequentare chi i figli non li fa, convinte di vivere in un mondo multiculturale)

Intanto, WHAM! e ABBA come sottofondo. Giusto per non fare amarcord.

Dopo chili di una piadina eccezionale, litri di vino rosso, agnello e torta della nonna decidiamo di andare. Salutiamo la Fata Madrina. "E mi raccomando, LA COPPIA! I figli poi crescono e se ne vanno, ma la coppia è importante!". Dopo aver parlato per tutta la sera dei marmocchi assenti, non è male, come indicazione di vita.

Foto: UniBologna

giovedì 27 novembre 2008

Brothers & Sisters


Ieri sera, big event: mi sono spaparanzata sul divano, con controllo del telecomando, e alla TV comandavo io. Una volta tanto, la fortuna era dalla mia: facendo zapping (non c'era un'emerita fava in TV, per dirla in modo elegante, a parte Exit su La7 - ma Ilaria D'Amico mi indispone) ho scoperto Brothers & Sisters.
"Ma è bellissimo!"
"Ma se lo fanno da un sacco... Sarà la quarta serie!!"
L'ingegnere deve sempre farmi pesare la sua superiorità, in certe cose.
Vabbe' è bellissimo. Mi è piaciuto davvero tanto.
Oggi su Wikipedia ho scoperto che quella di ieri era la prima puntata della terza serie. Alla faccia dell'ingegnere. Non sono arrivata così in ritardo...




mercoledì 26 novembre 2008

Il budget


Sono andata ancora in gita ai tornelli di Brunetta. Dopo una mattina passata in una sconclusionata ed estenuante riunione sul sesso degli angeli (o giù di lì), passo a salutare una dipendente pubblica, che mi fa entrare a Palazzo per cinque minuti senza dover lasciare documenti, prendere il badge, passare i tornelli, ripassare i tornelli, ridare il badge, ritirare il documento.
Sto per uscire furtivamente senza passare per i tornelli quando un addetto agli ingressi mi guarda con circospezione:
"Signora, il budget?"
"...."
"Signora, il budget non ce l'ha?"
"No, guardi, sono entrata due secondi e non ho lasciato documenti, per cui no... Non ce l'ho".
Interviene un collega
"Ma sì, l'ho fatta passare io. Vada signora, vada".

Non ho budget, è una verità sacrosanta.

domenica 23 novembre 2008

Un politico in famiglia

Venerdì sera, ore 21:00, stiamo tornando a casa. In macchina, il piccolo ingegnere ha voglia di chiacchierare.
"Mamma, adesso ti racconto tutta la storia dei Gormiti che mi ha raccontato Alberto quando iniziava la scuola"
"I primi giorni di scuola, quando eravate in banco insieme?"
"Sì. Allora, in origine.... "
Francamente, la storia dei Gormiti non me la ricordo più. Però giuro che ho ascoltato mio figlio.
Dopo un po' interviene l'ingegnere:
"Ma scusa, tu invece di ascoltare la maestra ascoltavi Alberto?"
"Ma no, papi! Con un orecchio ascoltavo Alberto, e con l'altro ascoltavo la maestra!!"

Già qualcuno, osservando il piccolo ingegnere, ha affermato che da grande farà il politico (o il sindacalista).

lunedì 17 novembre 2008

Lunedì

Sono stanca, e forse per questo non ne posso davvero più di persone che non riescono a cambiare il punto di vista, e che ripetono stancamente le stesse cose. Oggi il Corriere si chiude con una faraonica pagina di pubblicità dell'Eni sulla nuova geniale idea dei nostri: catturare a stoccare il CO2 (in fondo al mare, pare). A me sembra un'idea talmente idiota che solo l'Eni poteva arrivarci, con tutta la sua ipocrisia concentrata e stoccata in un unico governo.

Intanto in casa nostra furoreggia questa canzone, che è un capolavoro, per la verità. E quando guardo i bimbi mi stupisco di come sia semplice e complicata la vita per loro.

giovedì 13 novembre 2008

Stili di vita

A proposito di Tutti i debiti del mondo:

... Se questo sarà lo scenario futuro, probabilmente dovremo ripensare tutti i nostri stili di vita... beh una bella sfida.....
leviedelprestipino

Credo di sì. Credo che la vera sfida sia iniziare a pensare e fare le cose in modo diverso. E credo che l'Italia sia un paese troppo vecchio e con troppo poco senso civico per farlo (il solito piagnisteo all'italiana).

Avrò tempo per pensarci, dato che non avrò una pensione e non avrò un lavoro, quando sarò vecchia.

"Ma tu lo vuoi un altro figlio?"
Ogni tanto mi capita di chiedere le stesse cose all'ingegnere per dieci volte di fila. Bisogna ammettere che la pazienza è una sua grande virtù
"No,veramente... Un maschio, una femmina... Io sarei a posto... Tu lo vuoi?"
"Guarda, sì, mi piacerebbe e lo penso come un rimpianto, il non farlo. Però non mi scatta proprio la molla del "faccio un altro figlio", penso che darei fuori di testa, lavoro e soldi a parte. Oltre al fatto che la sola idea di partorire un'altra volta mi uccide"
"Beh, se arriva..."
"Arriva se lo fai arrivare"
...
"Mah, se faccio tanti figli magari qualcuno di loro mi manterrà quando sarò vecchia, senza pensione e senza lavoro. Come nell'Ottocento".
Questi sono i miei discorsi della buonanotte all'ingegnere.

martedì 11 novembre 2008

Mamma, ho capito

"Mamma, sai, ho capito che ogni giorno è quello che è".
Certe riflessioni del piccolo ingegnere, alle 8 di mattina, mi lasciano commossa e senza parole.

lunedì 10 novembre 2008

Questioni filosofiche: ancora su Babbo Natale e Gesù Bambino

Anche quando ero piccola io da noi arrivava Gesù Bambino e mi ha sempre un po' turbato l'idea di questo bambino, piccino piccino, appena nato che se ne va in giro a portare i regali e poi (come dice saggiamente tua figlia) si rimette a fare il bambino!! Comunque per i bambini alla fine l'importante è la magia, indipendentemente da chi la porta!!
Laisa


Grazie a Laisa per il prezioso suggerimento!! (è vero che il Natale ha una magia tutta sua, ma chissà perché noi genitori ne facciamo una questione pedagogica...)

Oggi, riunione di classe della piccoletta. Ci hanno detto che a Natale pensano di far arrivare Babbo Natale con qualche gioco nuovo per tutta la classe. Siamo fritti, ho pensato.

Però io sono troppo affezionata a Gesù Bambino, mi spiace, e non lo voglio proprio cambiare con Babbo Natale (già ho ceduto su Halloween, con grande sdegno della Grande Nonna). Noi abbiamo detto che da qualcuno va Gesù Bambino, e da qualcun altro Babbo Natale, si dividono le case perché non possono certo passare dappertutto in una sola notte! Vediamo come va a finire...

Il mandarino con la buccia


A scuola del piccolo ingegnere si mangia la frutta, a merenda. Nuovo regime anti-obesità (che l'ingegnere aveva molto apprezzato, al momento della scelta della scuola): distribuiscono alle 10:30 la porzione di frutta che viene data con il pranzo. Quando non c'è la frutta, perché i bimbi escono alle 13, è consentito un pacchetto di cracker. Niente altro.

"Cosa hai mangiato oggi?"
"I cracker"
"C'era una frutta che non ti piaceva? Che frutta c'era?"
"Mandarini"
"Ma scusa topo, i mandarini ti piacciono!"
"Pensavo che la maestra me li facesse mangiare con la buccia".

Sono due mesi che ci giriamo intorno, ma a questo punto mi pare evidente che ci siano dei problemi di relazione, con questa maestra.

giovedì 6 novembre 2008

Memento

...Mi sono ricordato che, anche se tutto quello che ci circonda congiura nel sostenere il contrario, nella vita, soprattutto da genitore, non sei obbligato a vincere, ma a fare e ad essere nel modo migliore che si può; con i tuoi limiti e i tuoi pregi, con le tue paure e le tue meschinità, ma, responsabilmente, anche con quei sorrisi e con quella sincerità, che se non c'è, per un figlio niente la può sostituire.
Difficile da digerire. Eppure da figlio lo sapevo, da genitore ogni tanto lo dimentico.E quando lo dimentico, tutto improvvisamente diventa più complicato.

L'editore


Da: Jean M. Twenge, Generation Me, Excelsior 1881, Milano, 2007.

Mi sono commossa, quando l'ho letto.

Babbo Natale o Gesù Bambino?


In casa nostra, a Natale, arriva Gesù Bambino. Anche in casa di amici assolutamente insospettabili arriva Gesù Bambino. Nelle case dei cuginetti, arriva Babbo Natale. Siamo una famiglia multiculturale.

"Mamma, io non voglio Gesù Bambino. Voglio Babbo Natale"
L'educazione religiosa della piccoletta inizia a mostrare le prime crepe.
"E perché, tesoro mio?"
"Perché Babbo Natale fa solo i regali e poi va a dormire, invece Gesù Bambino va a fare il bambino".

Che la piccoletta abbia già capito che per fare le cose per bene occorre una certa specializzazione? O che la storia che deve lasciare il ciuccio a Gesù Bambino abbia creato un precedente difficilmente sanabile?

Malafede


"Vedrai, Obama ci massacrerà, attuerà una politica durissima, magari non in termini militari ma ci metterà in ginocchio"

"Guarda, io non ho la più pallida idea di cosa farà Obama, e secondo me non ce l'ha neanche lui. Ma questa vittoria vuol dire che gli Stati Uniti sono una grande democrazia. Punto. E leggendo i titoli di certi quotidiani, oggi, mi sono accorta che per molti italiani la democrazia non è un valore".

Avere a che fare con l'Uomo di Cromagnon, a volte, è davvero snervante.

Poteva essere...




La nostra macchina stava di fianco.

mercoledì 5 novembre 2008

La lotta della ragione contro la superstizione

In casa nostra spariscono le cose. Oddio, non che ci voglia molto a perdere qualcosa, con tutti il caos che c'è. Comunque spariscono pantaloni, scarpe, chiavi, giochi, tappeti educativi, e dopo qualche tempo ricompaiono in luoghi dove avevo guardato cento volte. Io sostengo che in casa nostra ci sono i fantasmi che si divertono a farci gli scherzi, l'ingegnere mi guarda con disapprovazione.


02 Settembre
"Abbiamo perso le chiavi di casa, quelle che usa santaKashmere. Non le trovo più"
"Ma no, figurati, le avrà la marisa in portineria"
"Ma no, gliele ho chieste tesoro, non ce le ha".

27 Ottobre
"Mamma, ho perso il gormito, proprio qui, stavo giocando e adesso non lo trovo più!!"
Un'ora a cercare il gormito.
Passano due giorni, arriva santaKashmere, il gormito non si trova.
"Tesoro, vedrai che la sera del 31 ottobre, che è Halloween, il gormito salterà fuori". Ci credo bene, se non salta fuori la notte dei fantasmi...

31 Ottobre
Merenda di Halloween. Il piccolo ingegnere perde un altro gormito. Lo cerchiamo per un'ora, sotto i letti, dietro i cubi impilati dei giochi, nei cassetti. Il prezioso gormito, regalo dell'ingegnere al suo junior, non si trova. In compenso, mentre il piccolo si sta lavando i denti prima di andare a dormire...
"Mammmaaaaaa!!!!! Ho trovato l'altro gormito!!!!!"
"E dov'era?!?"
"Dietro il bidet"
Guardo l'ingegnere.
"SantaKashmere avrà pulito almeno due volte il bagno..."
"Questo non depone a favore del modo in cui santaK. pulisce, tutto qui".

04 Novembre
Signora, trovato chiavi nel portaombrelli

"SantaK ha trovato le chiavi nel portaombrelli"
"Impossibile, ci ho guardato un sacco di volte. Le avrà avute lei e se le è dimenticate da qualche parte".
Ieri sera, l'ingegnere ha deciso che doveva a tutti i costi trovare il gormito perso prima che quest'ultimo saltasse fuori di nuovo in modo misterioso, come i due oggetti precedenti. E, dopo mezz'ora, con un colpo di genio, si è arrampicato sulla scala e ha guardato in cima ai mobili. L'ha trovato. Mi ha guardato trionfante.
"I fantasmi, eh?"
Ma non gli ho detto che la mattina stessa, in casa da sola, a un certo punto ho esclamato: "Beh, adesso però tirate fuori quest'altro gormito!!"

La lotta della ragione contro la superstizione continua.

martedì 4 novembre 2008

4 Novembre

For November 4: If you haven't already voted, VOTE. You're very good at nudging
others to do something instead of just vegetate. You have a gift for motivating
and tipping the balance just enough to get another's full attention. When
necessary, you're not afraid to use a little guilt to wake up another's sleeping
ethics.

Il mio oroscopo di oggi è clamorosamente smentito da 7 anni di matrimonio, per non parlare di quelli precedenti...

lunedì 3 novembre 2008

Mamma, voglio...


"Buonanotte, amore"
"Mamma, quando sono grande, voglio una Ka tutta gialla"
"Sì, amore"
"E quando sono quasi grande, voglio un cagnolino"
"..."
"E quando sono più grande, voglio un motorino"

L'ingegnere non si rende ancora conto di avere fatto una figlia ad alto mantenimento.

giovedì 30 ottobre 2008

Milano-Roma A/R


Ieri sono andata in gita a Roma, a vedere i tornelli di Brunetta (e non sto scherzando).

Aeroporto di Linate, ore 8.
Siete una manica di incapaci, è dalle 4 di questa mattina che lo sapeteeeeee
E lei si comporti in modo educatoooooo

C'è già qualcuno che urla, hanno spostato i check-in e una mandria di signori incravattati e di poche signore tutte vestite di nero si sposta verso quelli aperti. Nei trenta (30) minuti di coda per fare il check-in (tre, 3, check-in aperti), noto una palpabile insofferenza e un chiaro astio nei confronti dei dipendenti Alitalia. Non credevo. Magie dei salvataggi di Stato. Alla fine scopro che un volo (quello delle 7) era stato cancellato. Alle 8:35 aprono altri tre (3) check-in.


Il Club Milano-Roma
C'è un club esclusivo che frequenta questi voli
Avvocato, buongiorno!
Carissimo, come sta? Sto aspettando un collega che ha fatto tardi al check-in...
Ah, un fondo di investimento in fonti rinnovabili? Ne parliamo...
E la Simona come sta? In splendida forma... Beh,lavora con lei....
Tutta cose così, insomma.
Le donne sono vestite di nero e hanno tacchi alti.
Poi, due o tre, siamo gli sgarruppati del club, quelli che non conoscono nessuno, che hanno solo sonno e che non hanno il cellulare perennemente attaccato all'orecchio, o qualche contrattazione importantissima in corso.

Aeroporto di Fiumicino, ore 17

Sì, 'sti cazzi, perché poi la recessione ce le becchiamo noi

Ma no Umberto, vedi, adesso entriamo in recessione ed è il momento di comperare Ma tu lo sai quanto tempo ci ha impiegato Wall-Street a ritornare ai livelli del '29? Ci è tornata nel '55
Appunto, 6 anni
Ho detto '55....
Eh sì, 6 anni
Eh, sono 26 anni

Una parola magica aleggiava ieri ai gate di Fiumicino: recessione, recessione....

sabato 25 ottobre 2008

Compagni di merende


Oggi merenda davanti alla scuola elementare. Bello e un po' disorientante, poca gente (per un bacino di utenza di oltre 3.000 bambini), ma tanta gente. Il Comune di Milano ha organizzato una festa con ingresso libero ai gonfiabili 500 mt. più in là. E poi non hanno i soldi per le maestre.

Questo me l'ha mandato il nostro carissimo marians, l'amico caro dell'ingegnere (ma ora anche mio, deve ricordarsi che è stato testimone delle sciagurate nozze):




giovedì 23 ottobre 2008

Shopping


"Mamma, se non mi vesti subito Bloom, io ti ammazzo!"
Le frasi ad effetto del piccolo ingegnere hanno presa immediata sulla sorella
"Ah sì? E poi, cosa fai senza mamma?"
"Vado a comperarne una al negozio"
Colpita e affondata.

Non solo polizia...


La polizia, per il momento, non è ancora arrivata nelle scuole italiane. Le telecamere sì.
Martedì 21 ottobre, ore 13.
I bimbi del modulo, tra cui il piccolo ingegnere, escono di scuola.
Arriva una tizia con telecamera al seguito, di quelle per le riprese TV ma senza nessun segno di riconoscimento di una qualche emittente. Entra in cortile, si piazza davanti ad una mamma a telecamera accesa, e inizia a chiederle cose (riferite in seguito: "Meglio con o senza grembiulino?" "Meglio o no il maestro unico?", come se le due cose si equivalessero e se le domande non fossero quantomeno mal poste).
Finita l'intervista lampo, si piazzano con la telecamera davanti all'uscita.
La mamma di Rebecca ed io ci guardiamo.
"Ma non possono!"
Andiamo a chiedere: "Scusi, ma non potete. Chi siete?"
"Siamo di Mediaset, ma siamo con la telecamera spenta"
(come se quando mi chiedono dove abiti? io rispondessi: in Italia)
La tengo sott'occhio. La telecamera non è spenta, sta filmando, si vede dal led.
Torniamo di nuovo alla carica.
Niente.
Arrivano altre mamme.
"Sono solo immagini di repertorio"
"Ma sì, non si vede niente, sono venuti anche all'inizio dell'anno", gongola una madre con evidenti speranze di apparire in TV.
"Avete il permesso?"
"Dopo lo chiediamo"
Vengo distratta da un discorso da finire, il piccolo che esce, una mamma che ci invita a giocare a casa sua.
Ce ne andiamo.
Arriva la preside, parla con questa giornalista.
"Per strada posso riprendere chi voglio".
(frase riferita dalla mamma di Rebecca)
E poi una non si deve inquietare, riguardo al futuro e alla sicurezza dei propri figli.
Finisce con un capannello di mamma furiose e una mail alla preside. Che non ha ancora dato alcuna risposta.

lunedì 20 ottobre 2008

Comunque




Comunque continuo a pensare che se Obama vincesse le elezioni, ci sarebbe speranza per il mondo. Non per la sinistra italiana, s'intende.
E comunque sarò una lagna ma la prima volta che ho visto questo video (sarà stato febbraio), mi sono commossa. Poi è arrivato il "si può fare" e mi ha tolto tutta la poesia.

C'era una volta il modulo (parte 2)

Inizio a pensare che questa vicenda diventerà la tipica telenovela italiana, con finale gattopardesco: che tutto cambi, affinché niente cambi.
Comunque.
NON SI SA se effettivamente il maestro unico sarà anche per chi ha già iniziato. NON SI SA cosa succederà al tempo pieno, né tantomeno al modulo. NON SI SA perché l'orrendo-B dice che il tempo pieno aumenterà. NON SI SA quante ore di scuola farà mio figlio il prossimo anno. NON SI SA neanche se mia figlia alla scuola materna avrà una, o due, insegnanti (o nessuna, dato che il Comune di Milano non copre le sostituzioni per maternità delle maestre delle scuole materne).
Aspettiamo i regolamenti e i decreti attuativi. Quando arriveranno? NON SI SA.
Potrebbe venirne fuori un bel rap.

venerdì 17 ottobre 2008

C'era una volta il modulo

Ero preoccupata per la riforma gelmini, ma per la piccoletta. Mai più pensavo che...
"Oggi la mamma di Rebecca mi ha detto che la riforma gelmini vale anche per chi ha già iniziato la scuola".
"Il papà di Rebecca va alla riunione che c'è stasera a scuola sulla riforma. Io vorrei almeno capire che caspita succederà".
E così l'ingegnere, che non si può certo definire pregiudizialmente contrario alla Gelmini, è andato a scuola a sentire cosa succederà.
Almeno non mi verrà la depressione, come tutte le volte che vado a una riunione a scuola, ho pensato.
AH AH. ILLUSA.
Dunque l'ingegnere è tornato a casa, e non aveva una faccia soddisfatta.
Mi ha detto che sì, la riforma riguarda TUTTE le classi del modulo, che a Milano sono il 3% ma da Roma in giù sono praticamente la totalità. Per cui, dato che il piccolo ingegnere fa il modulo, dall'anno prossimo avrà 1 sola maestra tra le tre che ha ora. Tre maestre che da 10 anni insegnano solo determinate materie, e che da settembre si ritroveranno a insegnare tutto. E non è una questione di nozioni, è una questione di metodo, perché tu a scuola insegni un metodo. E non ti fai un metodo in tre mesi di vacanze.
Il grande tabù, poi, è l'orario scolastico: sa il cielo che orario faranno, a partire dall'anno prossimo. Ora il piccolo ingegnere fa 33 ore, dall'anno prossimo al massimo possono essere 30. Ma chissà quando capiremo davvero quante ore faranno.
Il papà di Rebecca ha chiesto che posizione avessero i sindacati. La risposta è stata: il silenzio più tombale. Quello che è emerso chiaramente è che la Gelmini conta come il 2 di picche, il vero Ministro dell'Istruzione è Tremonti.
E così ieri sera mentre mi lavavo i denti pensavo che:
- questa riforma chi penalizza, alla fine? Le donne e le classi meno colte. Le donne già lavorano poco e male, soprattutto al Sud, così finiranno definitivamente di lavorare. Chi fa fare i compiti ai bimbi, la tata filippina? Chi va a prenderli? Chi fa cosa? Certo, è perfettamente in linea con la visione berlusconiana della donna-geisha, e di tutte le donne che si porta dietro.
- mentre stiravo, ho visto Santoro. Si parlava di scuola, guarda un po', ma di università. Ne ho visto poso, ma quel poco che ho visto mi è bastato. Perché in nonsoquanteore di trasmissione sull'università non è MAI stata toccata la questione di: quante università ci sono in Italia? Perché noi italiani continuiamo a vomitarci addosso le stesse cose, e non si ragione mai sul fare DAVVERO quello che serve???
Ecco, oggi sono davvero stanca, incavolata, depressa e in preda allo sconforto più acuto. Non oso immaginare se ci fossi andata io, a quella riunione.

mercoledì 15 ottobre 2008

Buone maniere - the sequel

Ore 13, il piccolo ingegnere esce da scuola
"Mamma, guarda cosa mi ha regalato la mia-nuova-amata! Un gormito!!"
??????
"Ma topo, sei sicuro?"
"Sì!!"
Mamma non è troppo sicura. Va dall'altra mamma
"Senti, tua figlia ha regalato al piccolo ingegnere un gormito..."
"E dove l'ha preso?", mi guarda stupefatta l'altra mamma
Ahia.
"Non lo so!"
"L'avrà portato via di nascosto a suo fratello, stamattina"
Adesso sono cavoli.
"Topo, devi ridare il gormito alla tua-nuova-amata. Non è suo, l'ha rubato a suo fratello. TU saresti contento se tua sorella ti rubasse i giochi e poi li regalasse? Dai, dammelo, ti prometto che ti compero 3 bustine dei Gormiti".
Siamo andati avanti così per cinque minuti buoni, con il piccolo che cercava di scacciare le lacrime ed io che giocavo al rialzo: sono arrivata a 10 bustine dei Gormiti. Alla fine, gli ho preso il gormito di mano e l'ho passato al volo all'altra mamma.
"Grazie!", "Figurati!", convenevoli tra mamme.
Ci avviamo verso la bici, fuori dalla folla. Sta per salire, si impunta, mi guarda:
"MAMMA, TI ODIO!!"
....
...
...
E così il piccolo ingegnere ha guadagnato tre bustine dei Gormiti in un giorno solo, più altre due dalla Grande Nonna. Ma credo che la frase davanti alla bici non me la scorderò molto presto, diciamo fino all'adolescenza prossima futura. O alla prossima fidanzata.

martedì 14 ottobre 2008

venerdì 10 ottobre 2008

Ogni volta


Ogni volta che attraverso Piazza Cadorna in bici, una delle cose più vicine al suicidio dopo il tagliarsi le vene, mi chiedo come funzioni la viabilità di questa piazza. Veramente, io non l'ho ancora capito.

Intanto, su Facebook ho avviato un interessante discussione, il cui esito per ora è questo.

mercoledì 8 ottobre 2008

Buone maniere


Ore 13, il piccolo ingegnere esce da scuola.
"Ciao amore, andiamo a casa, eh"
"No mamma, aspetta! Devo farti conoscere la mamma di una mia compagna"
????
"Eccola, dài mamma vieni!"
Io e l'altra mamma ci troviamo di fronte in mezzo a una folla di cartelle, bimbi urlanti, genitori-nonni-babysitter che spintonano.
"Piacere, lorenza"
"Piacere, francesca"
Ci guardiamo come due che si stanno chiedendo: "E quindi?!?"
"Ciao"
"Ciao", noi andiamo a Sud, loro a Nord.
"Scusa, ma me la spieghi questa cosa?"
"Eeeeh, perché io ho invitato a giocare la-mia-nuova-amata, ma lei mi ha detto che non poteva venire a casa mia, perché la sua mamma non conosce la mia mamma. Così adesso vi conoscete, e posso invitarla. Sai che ha due cani?!?".
Il piccolo ingegnere è timidissimo, ma quando si tratta di "donne" non lo batte nessuno.

lunedì 6 ottobre 2008

Tempi grami (per tutti)


Di questi tempi una ringrazia di non avere risparmi, né soldi investiti sa-il-cielo-dove, e di non doversi preoccupare per la pensione, perché non ha nessun fondo pensione sul cui andamento catastrofico doversi aggiornare, né nessuna assicurazione.
La mia vita grama mi sembra improvvisamente leggera.
In più, ha un marito ingegnere che l’ha (moralmente) costretta a fare la formichina e a pagare le rate del mutuo, invece di comperarsi una borsa di Prada (di cui sente tuttavia un gran bisogno, però).

venerdì 3 ottobre 2008

Beppe Grillo


Il post di Beppe Grillo di ieri 2 Ottobre merita una veloce lettura, è breve e carino, come ai vecchi tempi.

Postumi adolescenziali


"Buonasera, mi dà Vanity Fair"
"Lo prenda, è lì"
Pago, prendo in mano il malloppo e vedo sulla copertina LUI.



Che figo. E' proprio bello!!, penso, contenta come una ragazzina. Per la sottoscritta, Pierfrancesco Favino è l'uomo più bello del mondo.
Tutto questo, cinque minuti prima di varcare la soglia della scuola del piccolo ingegnere, per la prima, devastante, riunione di classe di prima elementare.

Tentazioni

Di solito resisto, ma questa volta non ce l'ho proprio fatta, mi hanno colpito alle spalle (ormai quando si parla di bimbi mi viene da prenderla sul personale):
Un Centro pediatrico in Darfur.La nostra idea di pace.
Invia un SMSal 48587 e darai un contributo alla costruzione delCentro pediatrico cheEmergency realizzera' a Nyala, in Darfur. Nyala e' abitata da oltre un milione e mezzo di persone, in larga parte profughi in fuga dalla guerra accampati nei 7 campi sorti neisobborghi della citta'. Da oggi al 22 ottobre gli utenti Tim, Vodafone, Wind e 3 potrannoinviare un SMS al numero 48587 del valore di 1 euro oppure effettuare allo stesso numero una chiamata da rete fissa Telecom del valore di 2euro. L'intero ricavato sara' devoluto a Emergency.

giovedì 2 ottobre 2008

Posteggi a Milano


Inquietante, soprattutto per il sottofondo di "si sa ma non si dice", l'articolo del Corriere.it sulla costruzione dei box sotteranei a Milano.

martedì 30 settembre 2008

Star Wars Nerds


Sabato sera l'ingegnere è salito in macchina e ha infilato il CD con la colonna sonora di Star Wars nello stereo. E la mamma è stata ripresa dal piccolo ingegnere perché parlava e lui non riusciva a sentire la musica. Ormai siamo dei veri nerds.


Questa mattina davanti all'asilo c'era un papà con passeggino che spiegava a una mamma con passeggino la situazione finanziaria e il crollo di Wall Street.

lunedì 29 settembre 2008

Un'illuminazione


Stavo scrivendo una considerazione su lavoro e famiglia, pensavo con tristezza a come stanno messe le donne in Italia, ed ecco l’illuminazione. Il nostro ministro delle Pari Opportunità si sta occupando, ECCOME, del lavoro delle donne, e ha un programma ben preciso in mente per portare tutte le donne italiane sulla strada dell’emancipazione lavorativa e della reale uguaglianza. Siamo noi sceme che non capiamo.
Perché la Carfagna è una tipa ordinata e sistematica e ha deciso di mettere mano alla questione lavorativa femminile iniziando dal LAVORO PIÙ VECCHIO AL MONDO!!
Ora ho capito!!
Per cui possiamo pensare che entro la fine della legislatura arriverà ad occuparsi delle donne che filano col fuso. Ancora nessuna speranza per donne precarie, donne che lavorano nei call center, revisione della legge sui congedi parentali.

sabato 27 settembre 2008

Geni nascosti

Questa mattina,

dopo due settimane passate a fare le acrobazie con i rimasugli dell'armadio estivo,

dopo cazziatone della Grande Nonna perché ieri la piccola, con il naso già colante, era all'asilo con una polo-maniche-corte di cotone E BASTA (hai voglia poi a spiegare che l'ha vestita la babysitter, che io sono uscita di casa alle 7, e a chiederti perché è così difficile delegare)

e dopo rapida ricognizione dell'armadio invernale della scorsa stagione (hai voglia a dire Bimbi, fate i modelli, fate vedere a mamma come vi sta bene questo paio di pantaloni!),

siamo andati a fare shopping per i piccoli.

Di solito vado da sola. Ma il problema è che i nani hanno assunto una taglia indefinita, per cui bisognava ri-paramentrare le taglie. Insomma, un investimento per il futuro, all'ingegnere ho dovuto metterla giù così, per indorargli la pillola. Ai piccoli ho detto che bisognava andare, e che sarebbe stato super-divertente.

La piccoletta, lo sappiamo da sempre, è UNA VERA DONNA e oggi ci ha dato una prova magnificente, sebbene inaspettata, della sua femminilità. Appena entrati da H&M si è fiondata sullo stand delle collanine, e ne ha scelta una (molto bellina, per carità). Mamma la prendo io, eh. Poi ha visto un golfino rosa, si è accapparata anche quello. Dopo estenuanti ricerche nel caos dello shopping-del-cambio-stagione-per-bambini, una roba da uscirne scemi, ho trovato un paio di jeans e un paio di pantaloni di velluto della taglia giusta. Ok, fine.

NO! Ha visto un paio di jeans di Hello Kitty e ha messo nella sacca anche quelli (incredibile, come i bimbi capiscano certi meccanismi al volo, e per altri non bastino 20 anni). E mentre tentavo di togliere il primo paio di jeans per rimetterlo al suo posto, ha cacciato dentro le mani e... No! Teniamo anche questi!! Tutto tutto, dài mamma, dài!! e ha ricacciato dentro tutto. L'ingegnere ed io ci capottavamo dal ridere.

Mentre cercavamo le calze, è riuscita a cacciare nella sacca un altro paio di mollette rosa di Melodysalacippa, delle quali mi sono accorta solo alla cassa. L'ingegnere ha alzato gli occhi al cielo e ha detto Vabbe', prendiamo anche queste!, continuando a ridersela sotto i baffi. E per concludere ha voluto una canottiera con un gattino (presa di una taglia in più, finirà nel cassetto delle cose da riesumare per la prossima estate, sperando che non scompaia chissàdove).

Ragazzi, che battaglia estenuante. Credo che sia il caso di rivedere qualche paramentro educativo, riguardo ai consumi consapevoli e agli stili di vita improntati alla sobrietà. Cose così, insomma.

giovedì 25 settembre 2008

Vita quotidiana, quasi una banalità

E’ notizia di questi giorni: una riunione tenutasi a Palazzo Marino ha
definitivamente sospeso, fino a nuova convocazione, le attività progettuali per
il tratto di pista ciclabile Duomo-Porta Nuova. La motivazione riportata sarebbe
che la pista ciclabile sottrarrebbe posti alle macchine.

Nonostante il cambiamento di toni dell’amministrazione comunale e le grandi promesse Milano ha di nuovo fatto quello che sa fare meglio: DARE LA PRECEDENZA ALLE MACCHINE.
Genitori Antismog


(Caspita, me ne accorgo adesso. Una volta erano MAMME Antismog, ma che bel passo in avanti nella divisione della responabilità educativa! Dico sul serio!!)

Vado in giro a Milano in bicicletta, e rischio la vita. Sempre più persone vanno in giro a Milano in bicicletta, per tantissimi motivi e anche perché è diventato il mezzo quasi più celere (forse si fa prima solo in motorino, ma non sei eco-compatibile e non sei signora chic, se vai in motorino, vuoi mettere). Ogni mattina, penso che in fondo è confortante, rischiare la vita insieme ad altre... Boh... diecimila persone?
Comunque la motivazione del Comune è davvero una chicca. E quando costruiscono i posteggi, non sottraggono spazio ai cittadini?
E' Milano, bellezza.
Mica Oslo, anche se ce la tiriamo di più.

Intanto la Fata Moiolina continua a litigare con le Maestre delle scuole materne, e persino Donna Moderna si lamentava che nella classe del suo bimbo non è ancora arrivata la maestra, e quindi fanno orario ridotto (da spararsi, francamente. Infatti era a pezzi). L'asilo della piccola è un macello, e tuttavia mi sono sentita dire: "Sei fortunata ad avere quella maestra, perché è di ruolo e almeno sai che non la cambierai. Mio figlio ha cambiato maestre tutti gli anni".
E' la scuola italiana, bellezza.
O quello che ne rimane.

mercoledì 24 settembre 2008

Fumare fa male (2)


"Nonna, tra duecento sigarette tu muori!"
Così il piccolo ingegnere ha dato oggi il benvenuto alla nonna, che non vedeva da tre giorni.

Libri di testo. Un dubbio serpeggia...


Un dubbio circola tra le mamme di prima elementare: se i libri di testo sono gratuiti, che senso ha doverli andare a prendere in libreria? Non potrebbero farli arrivare direttamente a scuola e distribuirli? Uno dei (tanti) misteri del Comune di Milano.

Ieri è arrivato il cedolino per l'acquisto dei libri.

Ho girato tre cartolerie, prima di trovare quella giusta:
la prima non aveva l'autorizzazione del comune a distribuire i libri di testo,
la seconda distribuiva libri di testo della scuola elementare che sta a tre metri di distanza, ma non della scuola che sta a duecento metri,
la terza era quella buona. Il cartolaio mi ha guardato dall'alto in basso, ha capito che ero una novellina e mi ha chiesto:
"Signora, li ha prenotati i libri?"
"No" Secondo lei sono LaSibillacheSatutto e so che devo prenotare i libri senza che nessuno si degni di dirmelo?
"Eh, allora deve tornare, perché i libri sono finiti e non si sa quando arriveranno, due o tre giorni"
Come non si sa quando arriveranno? Non sapevano quanti bambini erano iscritti in prima elementare? "Va bene, allora passo lunedì"
"PROVI a passare lunedì".

Buco n.2


Evvvai, alle 10:45 i muratori dell'appartamento di fianco hanno aperto il secondo varco, questa volta esattamente sopra la mia testa (oltre che sopra PC, modem, scrivania e fogli sparsi, tutti ricoperti da una candidida polverina, perfettamente in tono con i muri, ora). Siamo a una media netta di 1 sfondamento ogni 2 settimane, a settembre. A quanto arriveremo, prima della fine dei lavori? Si accettano scommesse.

martedì 23 settembre 2008

Orari comodi


"E tu, hai sempre il tuo lavoro con i tuoi orari comodi?"

Sì, ho il mio lavoro con gli orari comodi, e oltre alle ore canoniche mi capita di lavorare almeno due sere la settimana, senza considerare l'after-hour (cucina da riordinare? lavatrice da caricare? panni da stendere?). Ho il mio lavoro con gli orari comodi e perciò vado e torno a prendere i bimbi tre volte al giorno. Ho il mio lavoro con gli orari comodi e tra una pausa e l'altra non bevo il caffé con i colleghi, rifaccio i letti. Ho il mio lavoro con gli orari comodi, senza maternità pagata per un anno (come te), senza tredicesima, senza ferie pagate. Ho il mio lavoro con gli orari comodi e quindi lavoro anche il sabato, qualche volta. Ho il mio lavoro con gli orari comodi, ma non so cosa succederà l'anno prossimo, forse tu lo sai? Ho il mio lavoro con gli orari comodi, mi godo i miei bimbi e sono contenta. Ma non ammetto che mi si guardi con invidia, o saccenteria, o entrambe nello stesso tempo.

"Mah, veramente con l'inserimento della piccola all'asilo ho un po' di arretrati questo mese, lavoro la sera, spesso".

Ma perché cavolo la mamma non mi ha fatto un po' meno educata?

domenica 21 settembre 2008

Frasi celebri


Papi, puzzi come una carota!

Fumare fa male


Il piccolo ingegnere e la piccola guardano insieme un libro (bellissimo) sul corpo umano.




piccolo ing: "Vedi piccola, e questi sono i polmoni. Non devi fumare la sigaretta, sennò i polmoni si rovinano e tu muori"

la piccola: "Ma la nonna fuma la sigaretta tutto il giorno!" (trad: la nonna fuma tutti i giorni, ndr)

piccolo ing: "Eh pazienza, vorrà dire che la nonna morirà!"

venerdì 19 settembre 2008

Milano è...

Milano è fuffosa, sì, è fuffosa, è piena di gente che prima se la racconta a se stessa, e poi cerca di raccontarla a te".
lasimo, Milano.


"... E poi Milano è una città così viva, dinamica, ma nello stesso tempo ordinata... Non come Napoli, con tutti i nostri problemi...".
Sveva, imprenditrice napoletana e splendida donna, mamma eccezionale.


Milano vista da dentro, e da fuori.

giovedì 18 settembre 2008

Muri di scuola


Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte (K.G.)



Questo leggiamo, io e la piccola, mentre scendiamo le scale delle scuola materna per andare in aula, scritto su un grande pannello blu appeso alla parete. E' un avviso ai piccoli, un conforto per i grandi, o un'indicazione in codice del metodo didattico?

mercoledì 17 settembre 2008

Il grande sbaglio di Obi-Wan




In casa nostra non si parla d'altro, da due mesi a questa parte. Di Anakin, Joda, Qui-Gong-Ji (o qualcosa del genere), Yoda, Luke e Leia, PadmeN (come dice la piccola), Ian Solo, D3-BO e C1-P8, e tutta l'allegra brigata di Guerre Stellari.Persino io, inizio a capirci qualcosa.

Per esempio. Alla fine dell'episodio III Obi Wan combatte contro Anakin, e lo sconfigge. Non è morto, sta scivolando nel fiume di lava, è ferito, è pieno di odio. Obi-Wan potrebbe salvarlo, portarselo via. Invece lo abbandona, e Anakin viene salvato dall'Imperatore. Così diventa Dart Vader. Io sostengo che Obi-Wan ha sbagliato, che doveva salvare Anakin, e che se se lo fosse portato, con Padme e i bimbi, sarebbe potuto tornare buono. L'ingegnere, che è uno che ha il senso dell'onore e se la lega al dito, dice che no, i Jedi sono un ordine cavalleresco e quindi Obi-Wan non poteva salvarlo, perché Anakin aveva ucciso tutti i Jedi. Anakin doveva morire, punto e basta. Era il suo destino.

Conclusione del piccolo ingegnere: "Per fortuna che c'erano i bambini, sennò l'Imperatore vinceva su tutti!".
Lui, il piccolo, ha una passione sfrenata per Dart Vader. Perché? Perché è il più forte, è l'unico che riesce a sconfiggere l'Imperatore. Il ragionamento non fa una piega, al solito. E poi, vuoi mettere?

lunedì 15 settembre 2008

15 settembre 2008


Volevo scrivere un post di lode alla Milano Ristorazione, il servizio mensa delle scuole pubbliche di Milano, che quest'anno ha fornito a mamme e bambini un meraviglioso calendario con i pasti serviti a pranzo e, soprattutto, i consigli su cosa preparare per cena, cosa che risolve l'annosa e angosciosa domanda quotidiana di qualsiasi mamma: "Cosa preparo questa sera per cena?".

Poi ho letto sulla newsletter del New York Times che Lehman Brothers ha chiesto la bancarotta. Mi sono sentita male. Voglio dire, Lehman Brothers, non il Credito Cooperativo di Cernusco S/N (che peraltro, in Italia, non fallirebbe mai). Viene da pensare che DAVVERO non ci sono più certezze, a questo mondo. Sparirà dunque anche il tipo metropolitano, faccia da bravo bambino, molto spesso di buona famiglia, capello corto e laurea in Bocconi, che ti dice "Io lavoro in Lehman Brothers", strizzando gli occhi e facendo un sorriso come dire "Guarda quanto sono figo, oltre che bello sono pure intelligente e guadagno un sacco di soldi". Fossette comprese. Che batosta.

Per non parlare di quello che succede sottocasa. Al di là di ogni polemica, una persona è stata uccisa. E questa nostra città diventa solo più brutta e più triste.

Anche il risotto con verdure e frittatina al forno con insalata e verdura di stagione, consigliate dalla Milano Ristorazione, avranno un sapore diverso, questa sera. Un po' meno naif, diciamo. E con uno sguardo un po' preoccupato, quando guarderò i miei bimbi.

domenica 14 settembre 2008

Alla fine


Alla fine il mal di testa ha avuto il sopravvento su tutto. E mentre ieri sera ero sdraiata al buio, avevo due piccoli dottori che mi visitavano: "Il cuore batte pianissimo", sentenzia il piccolo ingegnere. "Facciamole una puntura", aggiugne la piccola. Alla fine, sono stata abbandonata sul letto, circondata di pelouche. Il richiamo della Wii è stato più forte di qualsiasi interesse medico-scientifico.

venerdì 12 settembre 2008

TGIF (Una settimana di ordinaria follia)


Devastata dal mal di denti, dilaniata dal mal di stomaco, mi avvio verso il weekend.
Settimana di certo non epica, ma sicuramente storica.

Il piccolo ingegnere ha iniziato la scuola elementare
La petite ha iniziato la scuola materna
Mi sono incazzata con l’ingegnere
Ho mandato un CV per un lavoro che era assolutamente mio, e non mi hanno chiamato neanche per fare un colloquio
Mi sono fatta passare l’incazzatura con l’ingegnere
Ho affrontato la pediatra, dimenticandomi come al solito di farmi fare la ricetta della cura omeopatica che sto infliggendo ai nani, spendendo l’iradiddio e sperando che si ammalino un po’ meno
Ho assistito a scenette da teatro di De Filippo, o di Pirandello
I muratori dell’appartamento di fianco, dopo due mesi di trapano e martello, hanno infine trovato la via: lunedì pomeriggio hanno sfondato il muro in soggiorno
Dovrò prima o poi mettermi sul serio a lavorare per le pie donne (elaborare dei conteggi plausibili da un database nel quale i numeri sono stati inseriti per lo più a casaccio, da una serie diversa di signore dedite alla buona causa di un consultorio)
Ho preso un dépliant per fare una pulizia del viso: 70,00 €
Ho deciso che, quando mi passerà il mal di stomaco, prenderò degli integratori per i capelli, nella speranza di non rimanere del tutto calva nel frattempo.

Insomma, sono un fiorellino e posso tranquillamente affrontare il bilancio della settimana.

Bilancio della settimana:
Numero di volte in cui mi sono posta domande esistenziali alle quali non c’è risposta: 200
Tempo passato ad invidiare tutte le donne che hanno un lavoro full-time, tre figli, un marito superfigo, una vita sociale brillante e 150 amici su Facebook: 10 ore
Tempo passato ad autocommiserarmi: 5 ore
Tempo passato a pensare che l’autocommiserazione non è in alcun modo utile: 5 minuti

Previsioni per il weekend:
Venerdì sera: cena con l'amica in carriera dell’ingegnere. Giusto per tirarmi su.
Sabato: acquisto di un paio di forbicine punta tonda, iscrizione in piscina dei nani, acquisto di un paio di scarpe da tennis con lo strappo per il piccolo ing., acquisto di un seggiolino da bici per la petite, primo approccio alla questione: quanto costa una cameretta per i nani?
L’ingegnere dirà, come al solito, che non si può pretendere di fare tutto. Sarebbe meglio portarsi avanti già da questo pomeriggio.
Domenica: tentativo di recupero del non-lavorato settimanale, cena con la Grande Mamma e i Grandi Fratelli (non ancora confermata).

martedì 9 settembre 2008

Personaggi famosi


In casa nostra circolano strani personaggi famosi.

Prima è stata la volta di Dart Silvius, il primo signore dei Sith, cattivissimo. L'ingegnere ha affermato che sto cercando di traviare i piccoli, e che non sono politicamente corretta.

Ieri poi è stata la volta di Hannah Montata, non sappiamo esattamente cosa faccia, non abbiamo ancora l'età per queste cose, ma sappiamo che è sicuramente famosa, perché le cartolerie sono piene di diari e astucci di questa qua. Ma sono tutti rossi, e non rosa, per cui a teresa l'oggetto non interessa. E poi non è fatina come le Winss.


P.S. Primo giorno di scuola. Sono stata bravissima, non ho versato neanche una lacrimuccia. In compenso, sono due giorni che canticchio: Io mi ricordoooo, quattro ragazzi con la chitarra, e un pianoforte sulla spallaaaaa....

domenica 7 settembre 2008

Ammonizione (fraterna)


Domenica, si va a messa. Oggi c'era un interessante vangelo sulla cosiddetta ammonizione fraterna: "Se tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo" ecc. ecc. (Mt 18, 15-20). Il piccolo ingegnere comincia a farsi delle idee in proposito, oltre che a muovere le sue giuste obiezioni.

Obiezione n.1: A me tanto non interessa, io non ho fratelli, ho solo una sorella!

Più tardi, a pranzo, ecco il suo personale sunto della vicenda:
Vuol dire che, se Teresa prende il Nintendo DS, io le dico: NO!
Ho iniziato a ridere come una matta.

Allora lo scrivi, mamma?
Certo che lo scrivo, tesoro.

Mare nero


Ogni tanto uno torna a Milano e scopre che sono successe delle cose.

Questa sera, cena formato-famiglia per il compleanno della petite. Tra un bicchiere di zibibbo e una fetta di milan-sacher, parlando di "che scuole frequenteranno i tuoi figli", viene fuori che a Milano hanno riaperto un circolo neonazista (non chiedetemi quale sia il collegamento). E che, insomma, ci sono stati tafferugli e scontri con "i comunisti" che erano lì per non far riaprire il circolo. Due feriti tra i poliziotti, "contusi" tra i manifestanti (centri sociali, caf, rifondazione comunista).

"Cuore nero" è il nome di questo circolo, sito in Via Pareto (Cimitero Maggiore) che sta alla legge come una specie di negozio, secondo l'Unità. Infatti, è prassi che a Milano, quando inaugurano un nuovo negozio, ci sia la polizia in tenuta antisommossa.... Che? Non ditemi che non lo sapevate!!

Non lo so. Io trovo aberrante che si riapra un circolo neofascista così, alla luce del sole. La Grande Mamma, da vera liberal, sostiene la libertà di tutto e tutti: se i musulmani possono avere una moschea, perché i neofascisti non possono aprire un circolo? E via di questo passo, tutti quanti.

Non ho parole per ribattere, mi chiedo solo perché proprio ora. E mi chiedo se abbiamo perso la memoria, in nome di un'astratta idea di libertà e di diritti uguali per tutti. E di una fondamentale indifferenza.

giovedì 4 settembre 2008

Change, change, change (2)


E vabbe', è una settimana che faccio finta di niente, ma a questo punto lo devo scrivere. LUNEDI' IL PICCOLO INGEGNERE VA IN PRIMA ELEMENTARE. E la cosa, alla faccia della signora Bonvoisin (vedi post di martedì 2) è devastante, per la sottoscritta. Perché la verità è che questi qui, i nanetti, ti crescono sotto il naso. E tu non te li sei mai goduti abbastanza.


Devi affrontare le tue emozioni negative, devi affrontare le
tue emozioni negative, devi affrontare le tue emozioni negative, i
cambiamenti
portano sempre qualcosa di buono, i cambiamenti portano sempre
qualcosa di
buono...

martedì 2 settembre 2008

1200 euro al mese


Titolo sulla prima pagina di Repubblica, oggi: Nessuno può insegnare con 1200 euro al mese.

Nessuno può rischiare la vita ogni domenica pomeriggio, con 1400 euro al mese. O lavorare 10 ore al giorno, con 1300 euro lordi al mese (ma poi le facciamo un contratto di cessione diritti d'autore, così ha meno ritenute).

Change, change, change...


Vago alla ricerca di informazioni per un pezzo su: Come scegliere un paio di jeans. Una cosa fondamentale, direi, soprattutto di questi tempi in cui non ci si può certo permettere di comprare un paio di jeans e lasciarli in fondo all'armadio (con quello che costano i jeans, al giorno d'oggi. L'altro giorno ho visto un paio di Roy Rogers, quelli della canzone degli 883, a 160 €. Non l'ho ancora detto all'ingegnere, gli verrebbe il magone).

E incappo in questo interessatntissimo articolo su Redbookmag.com: come affrontare i cambiamenti. Parla dell'ennesimo testo di una life-coach, la signora Ariane de Bonvoisin: 30 Days to a Better Life, che in italiano farà più o meno, Una vita migliore in 30 giorni. Direi che settembre è il mese ideale, per una lettura del genere.

Ecco i preziosissimi consigli:
1. Essere ottimisti riguardo ai cambiamenti
2. So che i cambiamenti portano sempre qualcosa di buono
3. So che sono forte, resilente (esiste come aggettivo in italiano?) e che sono capace di affrontare qualsiasi cosa
4. Devo affrontare le mie emozioni negative e sostituirle con emozioni positive
5. Più velocemente accetto il cambiamento, meno dura sarà affrontarlo
6, 7, ....
8. Mi circondo di persone che mi possano aiutare e che siano ottimiste
9. I take action, I have a plan, and I take care of myself (questa la lascio in inglese perché è troppo bella così).

La signora ha scalato il Kilimangiaro, è stata in Patagonia, ha fatto la maestra di tennis.

La inviterei volentieri nella mia vita, per un mesetto o due. E poi vediamo.

lunedì 1 settembre 2008

Tre libri, un'estate

Primo post di settembre, ancora sull'estate che se ne va (purtroppo, per fortuna). Sui libri di quest'estate, letti uno via l'altro: L'eleganza del riccio, Tutto per una ragazza, La solitudine dei numeri primi.

Potrebbe iniziare come una barzelletta: c'erano una francese, un inglese e due italiani.

Paloma, la francese, è una ragazzina dell'alta borghesia parigina. All'inizio del libro decide di suicidarsi, poi capisce che non è il caso. Ma che bello, capirlo a 13 anni.

Sam, l'inglese, è un ragazzino di North London che a 17 anni diventa padre. In modo sconclusionato, ma nonostante tutto continua a costruire la propria vita e a cercare di fare il papà (a 17 anni, figuriamoci). Deve abbandonare la sua più grande passione, lo skateboard (ooops, scusa Sam, lo Skate). All'ingegnere non è piaciuta la fine, in effetti è un po' tirata via.

Mattia e Alice sono due adolescenti di Torino. A 30 anni suonati e passati, continuano a comportarsi come quando ne avevano 15: lui continua con le sue pratiche di autolesionismo, lei continua a rifiutarsi di mangiare. La follia e l'immaturità elette a condizione di elezione di coloro che sono più sensibili o più intelligenti, chissà. Fabio, quel poveretto che decide di sposarsi con Alice, dice alla moglie le uniche parole sensate di tutto il libro: "Sei viziata ed egoista", ed è trattato come un babbeo.

Mi sembra che i francesi e gli inglesi abbiano un'idea un po' più precisa di cosa voglia dire stare al mondo. Con le sue bellezze e le sue fatiche, e anche il suo profondo non-senso. Con una scrittura che sta insieme ad una vita vera, non a un surrogato all'italiana, pieno di luoghi comuni e lacrimevoli. E d'incapacità di venirne fuori.

Voto la francese come miglior libro dell'estate: a distanza, quello al quale mi sono più affezionata (ma è un libro per donne).

P.S. Cercasi disperatamente qualcuno a cui è piaciuto La solitudine dei numeri primi. Voglio capacitarmi del perché gli hanno dato lo Strega, senza sentirmi dire che sono una cinica senza sentimenti che non capisce il dolore altrui. Grazie.

giovedì 28 agosto 2008

L'estate e i bimbi (post sconclusionato)

Da cinque anni a questa parte arriva un momento in cui arrivo ad odiare l'estate. E Milano. L'estate a Milano, con due bimbi piccoli.

Anche quest'anno:
30 gradi,
bimbi a casa,
io a casa che devo lavorare,
Kashmere (la ragazza che cura i bimbi e la casa, ndr) a casa (sua) pure lei,
Grande Nonna con il mal di schiena,
Rifugiati Liguri (i nonni paterni che prima svernano e poi passano l'estate in Liguria, ndr) in Liguria (appunto).

Anche quest'anno è arrivato il momento del grande odio.

Insieme al desiderio che anche quest'anno l'estate finisca presto e si porti via caldo, zanzare, bimbi a casa, strade deserte, mamme angosciate che non sanno che cavolo fare, bimbi chiusi in casa perché fa troppo caldo e non c'è davvero un posto dove stare. Che l'autunno ci riporti scuole, piscina, cene alle sette e mezza, nanna alle nove. Ci porterà anche scioperi, menate scolastiche, febbre, inquinamento alle stelle, una nuova logistica per gli spostamenti da inventare. Ma almeno avremo delle certezze. E non la necessità di dover spedire i bimbi al mare, anche quando non ne hanno voglia.

Me: Andate al mare con i nonni, tre giorni soli poi arriva anche mamma?
Piccolo ingegnere: No.

Alla quinta volta.

Me: Andate al mare con i nonni?
Piccolo ingegnere: No.
Me: Perché?
Piccolo ing: Perché siamo senza mamma e papà.
Me: Ma c'è qualche altra ragione?
(domanda trabocchetto, dato che io e l'ingegnere supponiamo chiare preferenze dei Rifugiati Liguri per la petite, prima femmina dopo due figli e due nipoti maschi, cosa che crea alla sottoscritta non pochi problemi a lasciare il piccolo ingegnere, un intelligentissimo sensibilone, dai nonni)
Piccolo ing: No.
...
Piccolo ing: Non ne ho voglia, ma vado al mare.

martedì 26 agosto 2008

So far...

Vabbe', insomma. A Milano fa ancora caldo, anche se l'ingegnere sostiene che no, non è vero, ho le scalmane anche se non ho l'età.

Oggi ci siamo rifugiati dalla Grande Nonna (alias mia madre) con i bimbi, io che devo scrivere 6 pezzulli, sono quasi le 3 e ne ho scritto mezzo. Ho dato una lettura veloce dei titoli di corriere.it e, come al solito, mi è venuto il magone. Ormai sono più di 6 mesi che non riesco a leggere un quotidiano senza farmi venire il mal di pancia. L'unica notizia decente è che Conchita De Gregorio è diventata direttore de L'Unità, probabilmente è una notizia vecchissima ma dato che noi ce ne andavamo su e giù per le colline della Borgogna...

Per il resto, posso solo dire che l'ingegnere ieri ha realizzato che "Ma scusa, la marisa (la nostra portinaia, ndr) fa più ferie di noi?!?". Sì caro, quattro settimane tonde tonde con tanto di sostituta. Alla faccia mia e dei cinque pezzulli e mezzo che ancora devo fare, e che a Milano fa ancora caldo. E che sono le 3 e 10.

lunedì 25 agosto 2008

Ritorno a casa

Questo ritorno a casa è stato come quando ti svegli ancora sbronzo dopo una festa alla quale non volevi neanche andare, perché volevi andare al cinema. Non so se mi spiego.

Teresa, non farlo! Guarda che sono serio... Sono serio come Dio!
Il piccolo ingegnere tenta disperatamente di salvare i suoi giochi dalle manine distruttrici della sorella.

domenica 17 agosto 2008

Passaggio a Milano

Trentasei (36) ore a Milano, sei (6) lavatrici, due (2) ore di stiro, svuotamento di sei (6) borse da viaggio e riempimento di altre tre (3).

La solita metropoli deserta e un po' inquietante.

Domani partiamo per il nostro esperimento: sette (7) giorni in camper, destinazione Borgogna.
Stay tuned.

P.S. Grazie al mio piccolo ingegnere, che lo ha scelto, e grazie al mio ingegnere grande, che lo ha pagato, ho ricevuto un meraviglioso pendant per il mio onomastico. Non resisto alla voglia di metterlo sul blog.

venerdì 15 agosto 2008

Ferragosto08

Eccolo, è arrivato.
Il primo messaggio di auguri di Ferragosto, la festa più triste che ci sia. Per me Ferragosto significa: attenzione l'estate sta finendo (e un anno se ne va, son diventato grande, lo sai che non mi va oh-oh-oh). Le giornate iniziano ad accorciarsi, e a me viene la malinconia. Solo un attimo, per la verità, perché poi c'è settembre che obbliga a ricominciare. Con la fatica e l'ennesima speranza, quantomeno che le cose siano un po' più facili, un po' più piane (dubito già).

Oggi poi, piove a catinelle, il diluvio anniversario, come dice il piccolo ingegnere, ormai prendendo in giro se stesso.

Teresa incalza, è tempo che possa impiastrare il PC e possa usare il suo Mago (il Magic Desktop, che quando avrò finito gli ingressi nella versione demo mi toccherà pure comperare...)

martedì 12 agosto 2008

Briatore for President

Flavio Briatore è sempre più vicino ad una candidatura a presidente del Consiglio, o qualcosa del genere. Ormai ne sono certa, da come lo trattano certe autorevoli testate de' noantri.

Qualche giorno fa leggo distrattamente sul Corriere della Sera:
E i bagnanti contestano Briatore: via dalla baia.
Gavettoni contro i gommoni diretti al nuovo «Billionaire Rubacuori». L’imprenditore infuriato: qui chiudo tutto.


Boh, vabbe’, penso io.

Ieri sera mio fratello abbozza: Già che avete internet, cercate del mio amico Giovanni che è stato protagonista di una rissa su una spiaggia vicino a Porto Cervo.

(segue breve spiegazione)

Ah ma che hanno tirato i gavettoni a Briatore? L’ho letto sul Corriere, ma non ho capito perché, dico io.

Allora, ci racconta: che tale spiaggia Capriccioli è una delle spiagge più belle della Costa Smeralda ed è raggiungibile via terra, per cui è sempre piena di gente più o meno normale, con un numero più o meno normale di bambini al seguito. Che Briatore ha rilevato il piccolo chiosco e ne ha tirato su un locale, e un bel pomeriggio è arrivato con tutta la sua compagnia. Su gommoni che andavano velocissimi. In mezzo a grandi e piccini che stavano facendo il bagno. La gente si è incazzata e ha iniziato a prenderli a gavettoni. Questi hanno chiamato la polizia, i carabinieri o nonsoche per riuscire a sbarcare.

Sono andata a ripescare l’articolo del Corriere. A parte il titolo, che potrebbe anche essere: I Sette Nani si rifiutano di dare ospitalità a Biancaneve, o qualcosa del genere, ecco alcuni stralci non falsamente e tendenziosamente stralciati:

Appena inaugurato il Billionaire Rubacuori, (…) è già bersaglio di contestazioni: un centinaio di persone sulla spiaggia di Capriccioli ha protestato per lo sbarco di tre gommoni che portavano a terra Briatore, Elisabetta Gregoraci e alcune decine di vip. (…) I gommoni disturbavano i bagnanti, fra i quali molti bambini.

DISTURBAVANO I BAGNANTI?!? O stavano per mozzargli il capo?!? Raccontata così, sembra la storia dei soliti facinorosi che se la prendono con quelli più fortunati di loro.

Urla, improperi, battibecchi (…) Capriccioli è sempre stata una spiaggia per famiglie, ieri erano più di mille a fare il bagno: «Non possono venire fino a riva con i gommoni, è pericoloso» ha protestato una signora romana. (…)

No, non è pericoloso. È VIETATO PER LEGGE!!

Più tardi è riapparso Briatore: «Ma come – ha obiettato – noi siamo così carini e poi veniamo ricompensati così. Qui chiudo tutto. Pago le tasse, è un mio diritto». Dal Billionaire nessun commento (…).

Qui si chiude l’articolo, con queste immortali parole di Briatore che meritano una standing ovation e un momento di meditazione. Intanto loro sono “carini” – che bell’aggettivo!! Carini, cosa? Carini perché sono belli, carini perché sono gentili con il popolo, carini perché??

E poi, notate la finezza del ragionamento, quasi un sillogismo. “Pago le tasse, è un mio diritto”.
Dunque:
- le mille persone che stavano sulla spiaggia non pagano le tasse
- io pago le tasse e sono un cittadino onesto (infatti ho residenza a Londra, ndr) e quindi sono meglio dei suddetti mille che, ovviamente, non pagano le tasse
- io pago più tasse di tutti quei mille messi insieme
Quindi…
- è un mio diritto fare quello che mi pare
- è un mio diritto non rispettare le regole
- è un mio diritto essere maleducato (sebbene io sia carino).

Per chiudere con una minaccia, quasi una maledizione divina: “Qui chiudo tutto”. Oltre che la stazza, il nostro Briatore ha anche la finezza del retore latino.

Ragazzi, che uomo.

sabato 9 agosto 2008

Sguardi di mamme

Siamo in vacanza, in montagna, sulle Dolomiti.
Crescono, i piccoli. Quest’anno, riusciamo anche a fare qualche bella gita e quindi, l’altro ieri, gita a un lago di montagna.
Adoro i laghi di montagna, perché sono maestosi come le montagne che li circondano e pacifici come uno specchio d’acqua quieto. Sul lago Nambino, poi, c’è un bel rifugio, vecchio di quasi un secolo e allo stesso tempo appena rimesso a posto, con una meravigliosa terrazza affacciata direttamente sul lago.
Qui ho incontrato “l’altra mamma”.
Davanti a me, in fila al bancone del bar. Una bella donna, un po’ più alta di me, la carnagione scura, capelli castani corti, occhiali da vista con una montatura quasi trasparente. Shorts e scarponi da montagna, una bella camicia a quadretti verdi su un top bioanco. Rolex d’ordinanza per le signore raffinate di Milano.
Prende due cremini e teresa, in braccio, inizia ad agitarsi dicendo che anche lei vuole il cremino. Faccio la mia complicatissima ordinazione (un caffè, un cappuccio, un’acqua e menta con acqua naturale non fredda senza ghiaccio, Teresa allora cosa vuoi? Un cremino… Può farmi portare tutto al tavolo?) ed esco.
“L’altra mamma” e la sua famiglia, marito e due maschietti (che, a un veloce sguardo mammesco, direi di 7 e 4 anni), sono seduti dietro di noi. Mi guardo intorno, chiacchieriamo, a un certo punto mi alzo per andare a fare l’ennesima micro-ordinazione al bar e mi accorgo che “l’altra mamma” sta allattando un bimbo che avrà si è no due mesi, spuntato fuori da chissà dove. Tre maschi, in tutto.
Sento che, mentre allatta, chiacchiera con suo marito, e hanno l’aria di divertirsi. Quante altre mamme, me compresa, mi chiedo, sarebbero a questo punto a chiacchierare a 1768 metri con il marito che doveva andare a ritirare il Folletto e il Bimbi?
“Mammmaaaaaaa, mi scappa la caccaaaaaaa” strilla a un certo punto teresa
“Shhhhhh tere!!... Davvero?”
“Sì”
Mi alzo e la prendo per mano, “Andiamo, signorina”
Mi avvio verso il bagno, e teresa rimane indietro, sta guardando non so cosa. Mi giro per prenderle la mano, mentre arriva, e il mio sguardo si incrocia con quello de “l’altra mamma”. Ci guardiamo per un attimo, e lei sembra guardarmi con rimpianto, per quella bimba che mai sicuramente avrà. Anch’io la guardo con rimpianto, per quel terzo figlio che mai, quasi sicuramente, avrò. Ci scambiamo un sorriso.

giovedì 31 luglio 2008

Vacanze in arrivo

Ultimo post prima della partenza.
Oggi, classico caos dell'ultimo giorno prima delle vacanze: tutti (me compresa) devono fare tutto.


Ho una cinquantina di messaggi da leggere, tra cui quelli della newsletter di una senatrice del PD. La cosa buffa, è COME sono entrata in questa newsletter. Dunque, un bel giorno leggo su internet di un convegno sulla SCUOLA MATERNA, non ricordo esattamente il tema. All'epoca, la senatrice era capogruppo dell'Ulivo nel mio Comune. Avendo già avuto il primo delirante approccio con la scuola pubblica, scrivo una cosa del tipo: vabbe' ma la FORMAZIONE ALLE INSEGNANTI? E il COINVOLGIMENTO E LA FORMAZIONE DEI GENITORI?!?



Presumibilmente in base a queste due geniali proposte, sono stata iscritta d'ufficio nella loro newsletter. Vabbe' insomma, ecco cosa scrive, tra le altre cose, la nostra senatrice:

Ingiustizia sociale ovvero il Decreto Tremonti
Con il Decreto 112 bl bla bla vengono alla luce tutte le bugie elettorali di questo centrodestra e il vero volto antipopolare di questo Governo:

- Tagli in busta paga al Pubblico Impiego (vedi alla voce: CONTINUIAMO A NON TOCCARE IL PUBBLICO IMPIEGO, il SETTORE PUBBLICO in genere)
- Tagli alla sanità e ritorno dei tickets
- Tagli ai Comuni che dovranno a loro volta o tagliare i servizi o mettere nuove tasse, così pure le Regioni
- Blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, mentre si aiutano gli scivoli: sarà necessario ricorrere ad ulteriori esternalizzazioni (come sopra)
- Tagli insopportabili ( lo dicono tutti i rettori non solo il PD) alle Università trasformate per decreto in Fondazioni!
- Tagli infine di risorse e personale alla scuola, già in gravissime difficoltà. La scuola pubblica naturalmente! (NATURALMENTE?)

Io, però, che (avendo lavorato anche lì) qualche idea sulla scuola pubblica e sul pubblico impiego me la sono fatta, continuo a chiedermi: dove pensa di andare la sinistra, continuando a ragionare con gli schemi mentali di 30 anni fa? Perché in Francia, nazione laica per eccellenza, uno può andare a scuola dove gli pare (sì, anche alla scuola privata)? Perché bisogna sempre, ad oltranza, difendere lo status quo dei dipendenti pubblici e del servizio pubblico, senza mai chiedere conto dei soldi spesi e dei risultati raggiunti? Perché in Italia ogni città con più di 30.000 abitanti deve avere un'Università? Perché ai professori interessa più "il buon nome della scuola" che il fatto che circoli droga, in quella scuola (e quindi tutti si turano il naso e chiudono gli occhi, così nessuno ha visto e nessuno ha sentito)?

(Il fatto che non si rendano conto di quello che succede è che definiscono questi tagli "antimpopolari", mentre invece sono "popolarissimi". Dipende sempre dal punto di vista. E comunque 'sta storia del popolo è davvero preoccupante).

BUONE VACANZE!!!

... No, non sto cambiando idea. E' che soffro, a vedere le persone che si fanno male da sole.

lunedì 28 luglio 2008

La nuvola di polvere

Giornata demenziale, iniziata con una nuvola di polvere che ha invaso casa pulita dopo tre settimane di pulizie-senza-bimbi.

Per fortuna, grazie mio amato ingegnere che nella disperazione mi fa ridere, si conclude così:

venerdì 25 luglio 2008

Probabilmente...

Notizia alla radio:
Rubata la macchina a Mexes....
(e chi è, costui?)
... Tra Casalpalocco e Roma
(sarà qualche conoscente di Alessia Marcuzzi, che stava a Casalpalocco?)
... A bordo la figlia Eva, chiamati subito i Carabinieri è iniziata la ricerca
(Ma chi è questo Mexes, che i carabinieri gli danno anche retta?!?)
Nessuna traccia dei responsabili, probabilmente stranieri.
(Probabilmente stranieri?!?!?)

Nessuna traccia di piste ciclabili a Milano, probabilmente il sindaco ha degli interessi nel ramo petroli.

mercoledì 23 luglio 2008

Libri e Social Network

Avevo iniziato a scrivere un post su libri e Social Network, come dice il titolo. Poi, siccome oggi ero in gita alla Ditta di Neanderthal, erano le 18.20, non c'era più nessuno ed era sconveniente che mi fermassi oltremodo, ho salvato la bozza e ho chiuso. Finirò a casa, ho pensato, tanto figurati se l'ingegnere arriva.

(Infatti. Ore 18:30, chiamo il latitante:
ME: Ciao, sono alla Ditta di Neanderthal, sto venendo via, che fai?
L'INGEGNERE: Sì, anch'io stasera non faccio tardi, esco tra mezz'ora.
In questo momento sono le 19:44 e l'ingegnere è ancora in ufficio, il Messenger con il cartello Busy lo tradisce).

Vabbe' quindi volevo scrivere di libri e Social Network. Poi, venendo casa in bicicletta, sono passata come al solito davanti alla mensa dei poveri. E, per la prima volta, mi ha colpito una cosa: la stragrande maggioranza di loro, credo la totalità, ha il CELLULARE.
Ecco il povero post-moderno, ho pensato.
E poi ho pensato: chissà per quanti di loro il numero di cellulare è l'unico modo per dimostrare, per "reclamare" un'esistenza - nessun luogo di residenza, nessuna casa, nessun lavoro "reale", nessun medico, niente. Solo un numero di cellulare. Pensa. Pensa se Jorge perdesse anche quello.

Tutte le volte che passo davanti alla mensa dei poveri, penso che la povertà è un affare terribilmente complicato - al contrario, io l'ho sempre pensata "semplice" (non hanno i soldi). Invece no: quale infanzia, quale famiglia, quali scelte sbagliate? In fondo, penso, se non ci fossero stati l'ingegnere e la mia famiglia a pararmi il culo, anch'io sarei potuta finire alla mensa dei poveri. E lo penso davvero.

Pedalando dietro a questi pensieri, sono arrivata a casa. E ora parliamo di libri e Social Network.

Ho trovato la mia dimensione di Social Network: aNobii.com. Lettori di tutto, lettori di Stephen King, lettori che se la tirano, lettori che vogliono solo leggere, lettori horror, lettori che vorrebbero essere degli scrittori, lettori di Paperino. Volete mettere? Respiro, altrove sto in apnea e mi deprimo (vedi post di qualche giorno fa). Per cui, il motore di ricerca fa gnec gnec, il sito è un po' imballato, ma in fondo... Evviva libri e Social Network!

(Forse, per comunicare veramente ci vuole un interesse a condividere davvero qualcosa)

(Ore 20.07. Messenger
ME: mi dai un timing, anche se ormai è troppo tardi per andare a fare la spesa?
L'INGEGNERE: Esco ora (AH, AH AH, ndr). Vuoi il sushi?
ME: veramente pensavo a paella. Vieni a casa, chiamiamo i bimbi e poi ci pensiamo
L'INGEGNERE: Ok. Esco)

martedì 22 luglio 2008

13 anni on the Beach

La gerontocrazia italiana domina anche sulle spiagge liguri, dove i ragazzi non possono giocare a pallone, pena la sciura âgée che si lamenta con il proprietario dei bagni, minacciando di non rinnovare l’affitto dell’ombrellone. Hai voglia, chi comanda.

I ragazzi si rintanano allora in angolino, tra il pacco-giochi (come dice teresa), le cabine e la staccionata. Tra uno scivolo e un’altalena, si tirano micidiali pallonate in un campo 3x1 (3 metri di lunghezza). Parlano anche, questi ragazzi, tra una pallonata e l’altra.

(Ah, dimenticavo. Il trend 2008 è: mutanda sotto il costume cascante. Ce lo vedete voi l’ingegnere così agghindato, anche nelle sue estati migliori?)

13enneA (orecchino, capello a caschetto, nessun tatuaggio avvistato): Vieni stasera alla festa di Roberto?
13enneB (faccia da bravo bimbo cresciuto e un po’ sovrappeso, no orecchini, no tatuaggi): No, arriva mio padre, dobbiamo uscire a cena
A: Daaaaaaai… Porta anche la consolle… Non ti fanno uscire dopo?
B: No
A: Oh, ma dai, che è pieno di fighe - Oh, ieri sera, due io e una l’Ale (ne abbiamo rimorchiate, ndr).

OK, niente di nuovo sotto il sole, non facciamo i moralisti. Mi stupiva il linguaggio (così ho sentito parlare solo Rocco Siffredi in conferenza stampa) e la platealità – l’aria da uomo vissuto. Che fa il paio con quell’idiota spot della TIM della ragazzina che fa le corna a tutti…

Forse sarebbe meglio che ‘sti ragazzini potessero giocare a pallone in spiaggia. O no?

lunedì 21 luglio 2008

In coda con Isoradio


Anche la coda sulla Genova-Savona può riservare momenti di ilarità.

Sulla macchina dell’ingegnere, in caso di coda, si ascolta Isoradio 103.3. Intanto, perché è l’unica radio che si sente anche sotto le gallerie. E poi, perché forniscono bislacche informazioni sul traffico: coda sulla Torino-Trieste (ma una volta non era la Milano-Venezia?!?), mezzo in Avaria a Candela, mezzo in contromano sulla Milano-Brescia all’altezza di Dalmine, e via di questo passo.

C’è da dire che la selezione musicale non è delle più aggiornate, per cui noi giochiamo a una specie di Sarabanda – chi indovina prima la canzone. C’è anche da dire che l’ingegnere, possedendo una sterminata cultura pop anni ’70-’80, vince sempre. Poi ci sono gli speaker (che chiamarli deejay, davvero, non si può) ovverosia coloro che danno le famose indicazioni stradali.

Venerdì, tra Can’t Buy Me Love dei Beatles e Terra promessa di Ramazzotti (ma chi la programma più?!?), attacca lo speaker: Attenzione a tutti i guidatori, nei pressi di Roma all’altezza di sa-la-cippa c’è UN MAIALE CHE SCORAGGIA per la carreggiata… (momento di pausa) Ehm… Veramente… Volevo dire, qui le illazioni possono farsi numerose, il caldo, la notizia è quella che è, insomma… Io… Volevo dire che c’è un maiale che scorazzia… E avanti di questo passo per 30 secondi buoni.

Ma dico io, non era meglio far partire subito Questo piccolo grande amore?

giovedì 17 luglio 2008

martedì 15 luglio 2008

Vuoto d'estate (da non perdere)

L'ho già detto, i bimbi sono al mare con la nonna e l'ingegnere è latitante (in ufficio, presumibilmente, ma ogni tanto sparisce anche da lì. Mah). Li ho eliminati tutti, praticamente.

Per cui, sto sperimentando una dimensione diversa.

Ossia. La mia giornata non finisce più alle 15.30, quando inizia, nella migliore delle ipotesi: giro-asili, bimbi affamati e incontenibili, merenda, giochi, cena, barbapapà, libri, nanna (per non parlare del post-post giornata, quando mi metto davanti al PC a finire qualche lavoro). Ipotesi peggiori (in ordine di peggio crescente): piscina, festa di bimbi, giochi parco.

No. Adesso mi metto al PC incredibilmente presto, cazzeggio, riscopro un mondo, lavoro-lavoro-cazzeggio-lavoro, (certo, mangio, faccio la lavatrice, faccio la spesa, cose così, insomma) e poi alzo gli occhi e che ne so, sono le cinque, le sei... Il vuoto. Silenzio (o quasi, visto che da ieri mi martellano in testa - lavori di ristrutturazione nell'appartamento di fianco).

Un vuoto bello, che so già come riempire (ahimé). Ma un vuoto strano, una sensazione di spazio dilatato, di silenzio, di tempo per me (che ne so, per mettermi lo smalto).

Meraviglioso e terribile al tempo stesso. Mi scrive la mia Donna Moderna: "Ho lasciato Filippo dai nonni e oggi sono in para totale. Lacrime in tasca come niente... Se non fossi a dieta mi sarei mangiata una vaschetta di Haagen-dasz".

Certo, mi mancano. Ma vuoi mettere, per 3 settimane all'anno... (anzi, se contiamo le serate sono in totale 12, il venerdì è già consacrato a raggiungere i nani il prima possibile!!). Stasera aperitivo con la simo (tanto l'ingegnere latita).